VOLO IN ALIANTE SU FERRARA

Hai mai sognato di volare su un ultraleggero?

Ferrara c’è un aero club dove si vola in aliante.

Si trova proprio dietro il più grande centro commerciale della città e io, essendo proprio di Ferrara vedo spesso piccoli aerei volare nel cielo o ne sento il suono ma l’idea di salirci sopra non mi ha mai sfiorata nemmeno da lontano.

Finché un giorno ricevo un messaggio “ehi, ti piacerebbe volare in aliante sulla tua città?”
Ero eccitatissima all’idea di scoprire un lato inedito di questa bellissima città medievale, ma inutile dirvi che il pensiero è corso subito alla mia paura di volare e al soffrire di mal di stomaco persino sugli aerei di linea.

Un aliante è un mezzo molto particolare, senza motore, che vola solo sfruttando il vento come un aeroplanino di carta.

Il giorno dell’appuntamento, ho preso tutto il mio coraggio sotto braccio e mi sono presentata all’Aero Club Volovelistico Ferrarese al grido di: “Quando mi ricapiterà mai?”

Al club mi aspettava il simpaticissimo pilota Daniele che mi ha guidata per mano rispondendo a tutte le mie domande prima ancora che gliele ponessi: come fa l’aliante a volare senza un motore? Come si guida? Che strumentazioni ci sono a bordo? Come avviene il decollo? E l’atterraggio?

Guidata dalla paura, che ancora mi restava appiccicata addosso, mi sono ritrovata a memorizzare anemometri, barometri, altimetri, nastrini e palline, “non si sa mai che in volo qualcuno di questi aggeggi mi salvi la vita.” La conoscenza mi stava rassicurando, ma ammetto che certe informazioni avrei preferito ignorarle.

Il culmine della tremarella l’ho raggiunto nel momento in cui ho realizzato che un aliante ha solo un tentativo di atterraggio, perché non avendo un motore non può fare manovre di emergenza e riprendere quota come un aereo normale.

L’agitazione saliva.

Finché Daniele non si è presentato con una cioccolata calda con panna! Si, avete capito bene! Mi ha preso per la gola e devo dire che è servito a tranquillizzarmi!

Ok, ora non voglio fare la spavalda che ha superato tutte le sue paure. Quando mi sono accorta che non aveva spiegato come funzionasse il paracadute, ho avuto un attimo di svenimento. Ma è durato solo un momento. Mi sono fatta spiegare esattamente come azionarlo e buttarmi giù dall’aliante in caso estremo ma, il procedimento complesso mi ha fatta pentire di averglielo chiesto.
La voglia di volare, di fluttuare nell’aria, sorretta dal vento si stava intensificando.

E così è venuto il mio turno.

Mi sono presentata al mio pilota. Mi ha allacciato il paracadute. Sono saltata sull’aliante.

Qualche minuto e tutto era pronto per il decollo.

Il motore dell’aereo davanti a noi era acceso, la corda che ci legava a lui si è tesa, ultimi controlli e poi via, la nostra corsa è partita.

L’aliante è davvero leggero, tanto che si stacca in volo prima dell’aereo che lo sta trainando e io non ho potuto fare a meno di pensare ad un aquilone e alle corse da bambini per farlo volare. Ecco, io ero sull’aquilone e stavo volando.
Poi anche l’aereo a motore si è staccato da terra e abbiamo iniziato il nostro inseguimento sopra i cieli di Ferrara. Ogni tanto qualche virata mi faceva tremare. Ma sotto di me la città mi ha rubato gli occhi e mi sono distratta. Ho iniziato a sorridere e a guardarmi intorno. Avevo una vista a 360 gradi. Non ero seduta su un airbus o su un boeing 747, ero sul mio aeroplanino di carta, per aria, nel cielo di casa mia.

Giusto il tempo di riprendermi dall’emozione e realizzare dove fossi, che il pilota ha riportato la mia attenzione alla strumentazione. “Quando ti dico sgancia tira il cordoncino”.

Raggiunta una certa altezza e velocità, l’aliante è pronto per volare da solo, si può sganciare il traino, e noi c’eravamo quasi.

Adesso” ha detto il pilota.

Magia.

Non so trovare un’espressione più consona. Appena ho sganciato la corda ho sentito che stavamo volando. L’ho sentito. Non eravamo più trainati, iniziavamo a scendere dolcemente e più nessun rumore se non il nostro scivolare nel vento.

Stavo volando. Libera da ogni corda e da ogni costrizione. Il mio aeroplanino non era più un giocattolino trascinato da qualcun altro, non doveva più seguire la strada che qualcun altro aveva scelto per lui. Ora era libero di andare dove voleva.

Questo è quello che si prova a volare: la testa gira e le emozioni frullano in petto, ma ci si sente felici e liberi. E in quel momento, vi assicuro che non ho più pensato alle istruzioni, alla strumentazione o al paracadute. Pensavo alla mia città che vedevo là sotto così piccola, alla mia nuova prospettiva da non poterci credere, e alla vita che ti sorprende sempre, se solo la lasci fare.

Dalla nostra posizione potevamo vedere tutto, lo stadio, la Certosa, le mura delle città, l’acquedotto ma soprattutto il Castello Estense. Lui era il nostro obiettivo. Lo guardavo fisso, riempiendomi gli occhi con la bocca spalancata.

Siamo stati per aria tra i 15 e 20 minuti, ma sono sembrati 5. Anche il tempo vola quando sei lassù.

Raggiunti i 300m di altezza era ora di tornare alla base: il famigerato atterraggioChe Dio me la mandi buona, ho pensato. E mentre scendevo, le case si avvicinavano, gli alberi diventavano più grandi, finché abbiamo toccato terra e sono tornata tra gli umani.

Una volta scesa avevo l’adrenalina ancora a mille. Avevo volato. E non mi importava nient’altro. Sono stata con l’aliante fino alla fine, l’ho accompagnato nel suo hangar e salutato con un “arrivederci, piccolo aereoplanino di carta”

INFO UTILI


L’AeroClub Volovelistico Ferrarese si trova a Ferrara dietro l’Ipercoop “il Castello”.


Per volare, è necessaria la prenotazione.
Per info e costi potete contattare direttamente il pilota Daniele +393472236028 oppure visitare il sito internet dell’aero club a questo link

E tu? Avresti il coraggio di provare quest’emozione??

Buon volo, Serena!


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